Le Unioni di Comuni sono oggi una formula amministrativa ampiamente diffusa.
Le ragioni vanno ricondotte al “boom” delle Unioni avvenuto in concomitanza con la promulgazione della legge regionale sulle Comunità Collinari, che ha permesso alle aree collinari di trovare nello strumento delle Unioni una forma di affermazione della propria omogeneità culturale e dei propri interessi locali, oltre ad un ente di rappresentanza, prima mancante, delegato alla gestione di alcuni servizi recenti e importanti (come lo sportello unico). L’attuale presenza di numerose Unioni, concentrate soprattutto nelle zone collinari, va imputata in primo luogo a ragioni finanziarie che hanno permesso ai comuni sia di accedere all’offerta di finanziamenti plurimi (Unione di Comuni e Comunità Collinari) sia di disporre di incentivi maggiori per le Unioni, rispetto a quelli previsti dalla precedente legge sulle Fusioni. In secondo luogo può aver inciso il sostegno organizzativo e gestionale da parte della Regione per le fasi di avviamento.
Va rilevato in particolare il caso della Provincia di Asti, zona che per l’elevato numero di piccoli Comuni offre condizioni particolarmente favorevoli per esperienze aggregative quali le Unioni, oltre che le Comunità Collinari, gli accordi di programma ed i Patti Territoriali.
Nelle zone montane invece non emerge un dato significativo di presenze, segnale della mancanza della necessità di dotarsi di nuove forme istituzionali in aggiunta alle già ben funzionanti Comunità Montane.